C’è anche l’Italia tra i ventisei Paesi del brevetto unico europeo in vigore dal 2016: con un’unica procedura si registrerà un brevetto in tutta Europa con un notevole risparmio di tempi e costi. Per l’Italia si tratta di un considerevole passo avanti, essendo il quarto mercato in Europa in termini di convalida dei brevetti. Decidendo di aderire, il nostro Paese può partecipare alla definizione di regole, finanziamenti e tempistiche che dovrebbero portare entro fine 2016 all’operatività del brevetto unitario. Inizialmente l’Italia si era opposta al progetto che prevede la registrazione dei brevetti in inglese, francese e tedesco, motivo per il quale la Spagna resta ancora fuori.
Il brevetto europeo è considerato da Bruxelles uno strumento utile per start-up e PMI. Imprese e inventori potranno effettuare un’unica procedura valida in tutti i ventisei Paesi aderenti, guadagnando in competitività sul fronte dei costi rispetto a quelle di Usa e Giappone, prima molto più economiche. Per le PMI si studiano anche ulteriori forme di incentivazione, come una riduzione dei costi di prima registrazione e finanziamenti per le traduzioni.
L’Italia ha firmato anche l’ingresso nel Tribunale Unico dei Brevetti, che finora è stato ratificato da otto Paesi (Austria, Francia, Belgio, Svezia, Danimarca, Malta, Lussemburgo e Portogallo). La Commissione europea ha rivolto un invito agli altri Stati membri ad aderire velocemente per l’entrata in vigore entro la fine del 2016. Non si esclude che l’Italia possa diventare sede di uno dei tribunali decentrati (oltre a Parigi, Londra e Monaco).
Fonte: SIAE