Continuano ad arrivarci segnalazioni da parte dei nostri associati di articoli pubblicati in rete che gridano all’imminente fine del monopolio di SIAE sull’attività di raccolta dei diritti d’autore. Non mancano trionfalismi vari, come se la liberalizzazione della gestione collettiva fosse un evento auspicabile per i creativi e per gli utilizzatori, alla pari dell’apertura alla concorrenza di altri beni o servizi (servizi di telefonia, energia elettrica, ecc.).
Cerchiamo di fare chiarezza sul punto.
1) Una proposta di liberalizzazione della raccolta del diritto d’autore era stata fatta in corso di stesura del Decreto Liberalizzazioni (24 gennaio 2012, n. 1) e poi è stata ritirata. La notizia quindi è vecchia, si parla di marzo 2012. Il testo approvato prevede la liberalizzazione della sola raccolta dei diritti connessi d’autore, ha riguardato Nuovo IMAIE e non riguarda invece SIAE. Pertanto l’esclusività di intermediazione affidata a S.I.A.E. dall’art. 180 l.d.a. rimane intatta. Non affronteremo qui gli effetti devastanti della liberalizzazione dei diritti connessi ad oggi per il nostro settore..
2) È vero che la Commissione Europea ha varato una serie di proposte per snellire la gestione dei diritti d’autore. Parlare di liberalizzazione è alquanto prematuro. Qui comunque la bozza di direttiva.
3) È vero che la SIAE sta vivendo tempi travagliati, ed è commissariata. L’operato dei tre commissari in questo anno e mezzo e la salute della S.I.A.E. è stato oggetto di un’indagine conoscitiva da parte della Commissione Cultura della Camera dei deputati, durata oltre 5 mesi, disponibile per chi avesse voglia di approfondire a questo link. Leggetela e informatevi.
4) Varrebbe la pena approfondire gli effetti della liberalizzazione del diritto d’autore.
Una provocazione. Provate ad immaginarvi questo scenario: un contadino (l’autore Tizio) ha un frutteto di pere. Un altro (Caio) di mele. Al momento entrambi danno il proprio raccolto ad un unico intermediario (SIAE) che, rappresentando questi contadini in esclusiva, poi lo porta ai supermercati (gli utilizzatori), dietro un compenso percentuale (aggio). Secondo voi se Tizio e Caio decidessero di avvalersi di due intermediari diversi cosa succederebbe?
1) Il supermercato comprerebbe solo mele, solo pere o continuerebbe a comprare entrambe?
2) Il supermercato spenderebbe di più o di meno rispetto a prima?
3) Il costo delle pere e delle mele aumenterebbe, calerebbe o rimarrebbe invariato?
4) Il costo di intermediazione sarebbe il medesimo?
5) I guadagni di Tizio e Caio aumenterebbero o calerebbero?
6) Se i contadini che fanno la frutta più buona e venduta si mettessero insieme e si facessero rappresentare da un unico intermediario, cosa cambierebbe?
7) La categoria dei contadini sarebbe più o meno tutelata?
8) Il criterio con il quale si muoverebbero gli intermediari sarebbe prettamente di efficienza economica o orientato a interessi di categoria (non necessariamente economicamente misurabili)?
9) I due nuovi intermediari avrebbero interesse a rappresentarsi a vicenda nei confronti dei supermercati (cioè chi contatta il supermercato propone sia le proprie mele che le pere dell’altro, a cui gira quanto raccolto dietro una percentuale e viceversa)?
Buon esercizio…