Il Presidente di NUOVOIMAIE, l’Istituto che tutela i diritti degli artisti, interpreti ed esecutori, Andrea Miccichè, partecipa alla discussione sorta in seguito alla scelta di Fedez di abbandonare la SIAE per una collecting britannica emergente e chiede al Ministro Dario Franceschini che vengano rimosse le disparità tra autori e interpreti.
“Sul diritto d’autore ho ascoltato con grande interesse le dichiarazioni rese di recente e in più occasioni dal ministro Dario Franceschini ed ho apprezzato la sincera e autentica attenzione espressa verso gli interessi degli Autori. Tuttavia è ora che Governo e Parlamento intervengano anche a tutela degli Artisti, interpreti ed esecutori”, afferma Miccichè.
“La prudenza del ministro Franceschini verso una radicale riforma della Siae è del tutto condivisibile – prosegue Miccichè – del resto come lo stesso Ministro ben sa e come ha giustamente sottolineato, la liberalizzazione dei diritti connessi ha causato una serie di criticità: dai numerosi contenziosi allo stallo degli incassi dei diritti a favore degli artisti. Desta pertanto preoccupazione e risulta incomprensibile la disparità di trattamento e la minore sensibilità verso gli artisti italiani e i ‘diritti connessi’ loro spettanti”.
“I diritti connessi – sottolinea Andrea Miccichè – non sono i parenti poveri dei diritti d’autore, ma hanno e devono avere pari dignità. Anche la politica nel nostro Paese deve loro uguale rispetto. Il Governo Monti, nel 2012, con una riforma scritta e studiata in una notte, ha modificato l’assetto normativo della intermediazione dei diritti connessi, senza mostrare la minima cura agli interessi degli artisti.”
“Quello dei ‘diritti connessi’ è un settore governato in modo radicalmente diverso da quello dei diritti d’autore. Attualmente il mercato è caratterizzato da una palese carenza normativa, dalla contraddittorietà di alcune norme e da una ingiustificatamente scarsa considerazione verso la categoria. L’incompiuto processo di liberalizzazione ha portato a una situazione di disordine e di incertezza normativa che sta favorendo tutti quegli utilizzatori di opere che non intendono versare i diritti connessi”.
Il Presidente della collecting conclude richiamando nuovamente l’attenzione di Governo e Parlamento per una risoluzione definitiva della questione: “È il momento giusto affinché il legislatore ponga fine a questa ingiustificabile disparità e metta i due mercati, quello dei diritti d’autore e dei diritti connessi, sotto una medesima stella. L’occasione è infatti a portata di mano ed è rappresentata dal recepimento della Direttiva UE sulle collecting da parte dell’Italia. Gli artisti italiani non possono essere considerati figli di un Dio minore”.
Fonte: NUOVOIMAIE