Secondo il Digital Music Report dell’IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), gli introiti generati dai servizi di musica digitale sono cresciuti del 6,9% nel 2014, raggiungendo un valore di 6,9 miliardi di dollari e arrivando a rappresentare così il 46% delle vendite di musica globale. I ricavi totali nel 2014 risultano tendenzialmente stabili, con una flessione dello 0.4% per un valore di 14,97 miliardi di dollari.
A guidare i ricavi digitali, i servizi in abbonamento che fanno segnare un aumento del 39% e bilanciano il declino del download, che perde 8 punti percentuali ma è ancora al 52%, con un numero dei consumatori a pagamento per i servizi musicali cresciuto del 46,4%, raggiungendo quota 41 milioni. I servizi di streaming in abbonamento corrispondono ormai al cuore dell’industria musicale, con il 23% del mercato digitale, e generano un ricavo di 1,6 miliardi di dollari.
In questo quadro fotografato dall’ IFPI, resiste comunque il formato fisico, che ancora corrisponde al 46% del mercato e domina in alcuni mercati principali tra cui la Francia (57%), la Germania (70%), l’Italia (61%) e il Giappone (78%). Il vinile mantiene una sua quota specifica di mercato e anzi è in aumento del 54,7%, andando a rappresentare il 2% dei ricavi globali. Un trend che si registra anche in Italia, dove la crescita è stata dell’84%, arrivando a rappresentare il 3% del mercato fisico. Inoltre, sono aumentati dell’8.3% i ricavi per i diritti di performance che rappresentano il 6% dei ricavi dell’ industria con un valore di 948 miliardi di dollari.
Fonte: Siae