Il Consiglio federale svizzero vuole modernizzare il diritto d’autore e adeguare alla realtà di Internet i diritti e i doveri di chi opera in ambito culturale, dei consumatori e dei provider tramite misure mirate. Il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) elaborerà entro la fine del 2015 un avamprogetto destinato alla consultazione, fondandosi sulle raccomandazioni formulate dal gruppo di lavoro sul diritto d’autore AGUR12 – istituito dalla consigliera federale Simonetta Sommaruga – e tenendo conto delle conclusioni tratte da un gruppo di lavoro che attualmente sta esaminando in generale la responsabilità civile dei provider.
La revisione del diritto d’autore si propone di migliorare la situazione di chi opera in ambito culturale senza peggiorare la posizione dei consumatori. In particolare, lo scaricamento a fini privati di opere protette continuerà a essere ammesso, mentre il caricamento in vista dell’ulteriore diffusione sarà illegale. In occasione della revisione sarà prestata particolare attenzione alla protezione dei dati e alle garanzie dei rimedi giuridici.
Doveri dei provider
Secondo le raccomandazioni del gruppo di lavoro AGUR12, i provider Internet devono provvedere a tenere lontani ed eliminare dalle loro piattaforme contenuti illegali. Esse prevedono anche che, su indicazione delle autorità, i provider siano tenuti, in casi gravi, a bloccare l’accesso a contenuti o fonti manifestamente illegali. Secondo il gruppo AGUR12, questi nuovi obblighi nella lotta alla pirateria informatica sarebbero compensati da una liberazione dalla responsabilità per i provider.
Avvertimento ai consumatori
Chi viola gravemente il divieto di caricamento, per esempio in reti peer-to-peer, può già oggi essere chiamato a rispondere legalmente. Il gruppo AGUR12 raccomanda di rendere attenti i consumatori colpevoli della violazione in merito alle possibili conseguenze delle loro azioni. Tale avvertimento permette all’utente di modificare il suo comportamento. Secondo il gruppo AGUR12, se la violazione grave continua, l’identità del consumatore andrà comunicata al titolare del diritto, affinché possa far valere le sue pretese in sede civile.
In linea di massima il Consiglio federale intende portare avanti tale approccio, ma solo dopo averlo esaminato a fondo, chiarendo in particolare che cosa s’intende per violazioni “gravi”, in quale forma rivolgere gli avvertimenti e come impostare la procedura per comunicare l’identità.
Infine si esaminerà anche se limitare il compenso riscosso sui supporti vergini agli utilizzi che non sono coperti dal contratto con una piattaforma legale, in modo da evitare doppi indennizzi. Conformemente alle raccomandazioni del gruppo AGUR12, il Consiglio federale intende invece per il momento rinunciare a un’indennità forfettaria che copra tutti gli utilizzi in Internet, in quanto violerebbe in particolare alcuni accordi internazionali.
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